Giunti ad oggi è sempre più vero che, il consumatore medio, non si fa più persuadere dal cosiddetto dirty marketing e, al contrario, ricerca un marketing etico, sano e genuino.
Ma è possibile fare del marketing etico o è solo un’utopia?
Sì, è possibile eccome, e questo è proprio ciò di cui ho deciso di parlarti in questo articolo.
Sempre più colossi di piccole, medie e grandi dimensioni, soprattutto negli ultimi anni, stanno perdendo la loro credibilità e posizione, essendo intenzionati solo ai profitti e non al bene dei consumatori.
Prima di addentrarci nella questione però voglio tu abbia ben chiaro il concetto.
Il marketing etico: definizione.
Il marketing etico si riferisce all’applicazione di valori etici e morali nel processo di marketing.
Si può definire come una filosofia che abbraccia tutte le politiche di marketing messe in atto da aziende, professionisti o comunque esperti che decidono di aderirvi.
Si traduce principalmente in una comunità imprenditoriale socialmente responsabile e culturalmente sensibile; viene così promossa l’onestà, la trasparenza, la responsabilità e la veridicità delle informazioni che vengono trasmesse.
Tali caratteristiche sono facilmente riconoscibili effettuando un’analisi etica della pubblicità, prima tra i materiali che di solito contengono informazioni scorrette e poco veritiere.
Etica e marketing: una combinazione possibile o impossibile?
A questa domanda non si può rispondere in modo univoco.
Tale decisione infatti non è dettata dalla scienza o da leggi che rendono, per l’appunto, il marketing etico.
La decisione spetta unicamente all’imprenditore/professionista che mette in atto delle attività di marketing: può scegliere se adottare strategie eticamente corrette, ovvero genuine e trasparenti nei confronti del proprio cliente, o eticamente scorrette, ovvero caratterizzate dall’inganno e dalla falsità.
Ricorrendo alle “strategie scorrette” si opta per un marketing immorale e di norma, seppur siano svariate le capacità di mutamento e trasformazione, tutte le forme di “dirty marketing” rientrano in 6 categorie:
- SURROGATO: la pubblicità surrogata è quel genere di informazione che ricorda ai consumatori, in maniera indiretta, l’esistenza di prodotti vietati in quel determinato luogo o ambiente (ne sono esempio gli alcolici e le sigarette);
- ESAGERAZIONE: si parla di esagerazione quando le informazioni/pubblicità presentate ai consumatori non rappresentano la realtà. Il prodotto viene descritto con qualità e popolarità molto superiori rispetto a quelle reali;
- IPERBOLE: sono dichiarazioni soggettive che non possono essere dimostrate oggettivamente (ad esempio “il miglior caffè da degustazione”);
- AFFERMAZIONI NON VERIFICATE: sono affermazioni che promuovono prodotti con determinati risultati senza la possibilità di essere dimostrate scientificamente;
- STEREOTIPARE LE DONNE: spesso appaiono donne nelle pubblicità come oggetti sessuali. Questo è decisamente scorretto e antietico;
- FALSI CONFRONTI: è un falso confronto un qualsiasi paragone fuorviante di un certo prodotto con quello della concorrenza.
A tutto questo esiste un’alternativa: il marketing etico.
Ti ho già spiegato cos’è e quali sono le sue caratteristiche per cui immagino che tu ti stia chiedendo…
Come implementare e quali strategie adottare per un marketing etico e sociale?
Come ho già anticipato, non c’è una vera e propria scienza che fornisce, passo per passo, quali strategie seguire…
Tuttavia, Emmanuele Macaluso, ha realizzato un documento: il “Manifesto del Marketing Etico” contenente al suo interno 11 articoli che rappresentano le linee guida da seguire per adottare un marketing sano.
Chiaramente questi 11 punti non devono essere letti come limite o costrizione…
Tuttavia, se decidi di aderirvi, sarà segno della volontà di portare le tue professioni del marketing ad un altissimo livello.
L’osservanza di tali punti porta ad un miglioramento immediato della qualità del rapporto tra l’imprenditore, che immette un prodotto/servizio nel mercato, e il mercato stesso, con beneficio per entrambe le parti coinvolte.
Gli articoli investono non solo la responsabilità del creativo nella comunicazione con il “mercato” (che rappresenta in realtà una molteplicità di persone), ma anche il rapporto tra l’azienda ed il tessuto sociale al quale si rivolge.
Gli undici articoli del “Manifesto del Marketing Etico” ripercorrono tutta una serie di issue diventate prioritarie per chi lavora in questo settore:
- Dal trattamento dei dati personali dei clienti;
- Alla scelta del marketing-mix giusto;
- Fino all’opportunità di coinvolgere l’azienda in attività che vadano oltre il suo core business, seppur mantenendo una rilevanza sociale.
Oggigiorno purtroppo, a causa dell’abuso delle tecniche di PNL e di neuromarketing, si è cercato di instillare nel compratore il cosiddetto bisogno indotto.
Senza essere utopisti, BASTEREBBE CHE TUTTE LE PERSONE, che nell’insieme costituiscono il mercato, ABBIANO LA CONSAPEVOLEZZA DI CIÒ CHE ACQUISTANO ED HANNO ACQUISTATO.
È fondamentale ricordare infatti che prima ancora che con i clienti si ha a che fare con le persone.
Chi guadagna da un marketing etico?
Chiunque si occupi di comunicazione che, conoscendo bene la disciplina e le tecniche, può raggiungere ottimi risultati rimanendo al di fuori di determinati “giochetti”.
Poter vantare lo stare in piedi nonostante il non utilizzo di tecniche di dirty marketing è già un valore aggiunto che fa la differenza per chi si occupa di marketing o per chi pensa di farlo.
Esempi di marketing etico: “Infomarketing”.
Se sei tra coloro che sono determinati ad intraprendere la via del marketing etico, allora, tra gli esempi di marketing etico, devi assolutamente conoscere l’Infomarketing di Cerchia Ristretta.
L’Infomarketing infatti è una sorta di “nuovo” marketing che, a differenza del vecchio marketing che metteva al centro del suo interesse le pubblicità, mette al centro il proprio cliente.
Nel vecchio marketing, sporco e incoerente, si voleva creare un bisogno e non risolverne uno già esistente: l’intento finale era quello di svuotare il portafoglio del cliente, senza curarsi di esso in alcun modo.
Cerchia Ristretta, con l’Infomaketing, riconosce che l’intelligenza ed i talenti dovrebbero essere direzionati verso i reali bisogni delle persone per aiutarli ad essere più felici e non per aggiungere spazzatura nella loro vita.
Per realizzare tutto questo per prima cosa devi avere una più alta considerazione delle persone che fanno parte della tua nicchia di mercato ed avere un sincero desiderio di aiutarle.
Dovrai inoltre ottimizzare i processi interni alla tua attività per poterti dedicare in modo molto più attento ai tuoi clienti (e lo puoi fare grazie alla tecnologia), rendendo tali processi automatici.
È questo ciò che fa l’Infomarketing, un marketing etico, sano e genuino, ed è ciò che facciamo noi di Cerchia Ristretta.
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